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come l’assunzione di proteine è associata alla pressione sanguigna e ai livelli di colesterolo negli anziani italiani

Uno studio trasversale dimostra come l’assunzione di proteine è associata alla pressione sanguigna e ai livelli di colesterolo negli anziani italiani.

Hélio José Coelho-Júnior, Riccardo Calvani,  Anna Picca, Matteo Tosato, Giulia Savera, Francesco Landi, Emanuele Marzetti

Il presente studio è stato condotto per verificare l’associazione tra l’assunzione di proteine e la pressione sanguigna, i livelli di glucosio e il colesterolo nel sangue in un ampio campione di adulti anziani italiani del Longevity Check-up 7+ (Lookup 7+).

Il Longevity Check-up 7+ (Lookup 7+) è un progetto ancora in corso iniziato nel giugno 2015, è condotto in tutta Italia in contesti non convenzionali (ad esempio, mostre, centri commerciali, campagne di promozione della salute) con l’obiettivo di promuovere l’adozione di uno stile di vita sano nella popolazione generale. Per il presente studio, i partecipanti arruolati avevano più di 65 anni e Hanno fornito il consenso informato scritto. Sono stati valutati la pressione arteriosa sistolica (SBP) e diastolica (DBP), i livelli di glucosio e di colesterolo nel sangue. L’assunzione di proteine è stata stimata utilizzando un questionario che permette di definire la frequenza alimentare, chiedendo ai pazienti la frequenza di consumo di 12 classi di alimenti. Per questo studio sono stati arruolati 3404 adulti anziani.

I risultati del presente studio indicano che un’elevata assunzione di proteine è negativamente associata alla pressione arteriosa diastolica e positivamente correlata ai livelli di colesterolo nel sangue in un campione ampio e relativamente non selezionato di adulti anziani italiani.

Un altro risultato importante dello studio è che l’assunzione di proteine e i livelli di colesterolo nel sangue erano positivamente correlati. L’aumento dell’assunzione di proteine solleva la preoccupazione di un potenziale danno al profilo lipidico del sangue e al rischio cardiovascolare a causa di un possibile aumento concomitante dell’assunzione di grassi. Per questo motivo, gli studi di intervento che testano le diete ad alto contenuto proteico prevedono in genere un basso contenuto di grassi saturi (<10%). In secondo luogo, le fonti proteiche sono un parametro importante da prendere in considerazione. La carne rossa è una fonte comune di proteine alimentari ed è stato dimostrato che la prevalenza dell’iperlipidemia aumenta in base al consumo di carne. Le carni rosse non lavorate e lavorate aumentano il rischio di diabete di tipo II e di morte, mentre le diete contenenti fonti proteiche a basso contenuto di grassi (ad esempio, noci, latticini) sono associate a un rischio significativamente inferiore di eventi avversi. Al contrario, un elevato consumo di pesce è associato a un basso rapporto monociti/colesterolo lipoproteico ad alta densità (HDL), riducendo così il rischio cardiovascolare.

Un’ulteriore spiegazione dei nostri dati riguarda la composizione in aminoacidi delle proteine alimentari. Diversi aminoacidi, soprattutto metionina e cisteina, potrebbero influenzare i livelli di colesterolo nel sangue. La cisteina è il principale precursore della taurina. Il pesce e i frutti di mare (ad esempio, le ostriche) sono le principali fonti di taurina, con piccole concentrazioni nel pollame (ad esempio, pollo e tacchino). L’integrazione di taurina riduce il colesterolo totale e quello delle lipoproteine a bassa densità (LDL) nei ratti e nell’uomo. Tale effetto ipocolesterolemizzante sembra verificarsi attraverso l’attivazione della 7-idrossilasi, che accelera il catabolismo del colesterolo in acidi biliari.

La leucina potrebbe avere effetti ipocolesterolemizzanti. L’integrazione di leucina nella dieta per 14 settimane ha ridotto i livelli di colesterolo totale e LDL nei topi alimentati con una dieta ad alto contenuto di grassi. Nei ratti, la leucina ha ridotto i livelli sistemici di colesterolo LDL. Inoltre, la leucina ha attenuato i disturbi legati all’invecchiamento nella vasodilatazione endotelio-dipendente e indipendente e nella deposizione di collagene nello strato mediale dell’aorta e ha abolito l’infiltrazione di cellule infiammatorie nei topi maschi.  E’ stata descritta anche una riduzione dell’infiammazione sistemica nei ratti supplementati con leucina.

I risultati del presente studio sottolineano l’importanza di una consulenza nutrizionale professionale per garantire che l’assunzione di proteine non sia accompagnata da un elevato consumo di componenti della dieta, come i grassi, che potrebbero aumentare i livelli di colesterolo e, quindi, il rischio cardiovascolare. Una possibile strategia per evitare gli effetti dannosi di un maggiore consumo di altri macronutrienti potrebbe essere l’utilizzo di alimenti ad alto contenuto proteico e a basso contenuto di grassi (ad esempio, carne rossa magra). Nonostante i nostri sforzi di utilizzare diversi metodi per identificare i livelli di assunzione di proteine elevate più associati a fattori cardiometabolici, non siamo stati in grado di stabilire valori di cut-off nella nostra popolazione. Questo scenario suggerisce che un monitoraggio accurato e attento dell’assunzione di nutrienti è necessario per minimizzare gli effetti indesiderati della dieta sul rischio cardiometabolico. Pertanto, i risultati del nostro studio dovrebbero essere integrati con quelli di studi clinici randomizzati specificamente progettati per verificare gli effetti di vari livelli di assunzione di proteine sui parametri cardiometabolici negli adulti più anziani.

In conclusione, i risultati del presente studio indicano che un’elevata assunzione di proteine è associata negativamente alla pressione arteriosa diastolica e positivamente ai livelli di colesterolo totale nel sangue in una coorte relativamente ampia di adulti italiani anziani.

Coelho-Júnior HJ, Calvani R, Picca A, Tosato M, Savera G, Landi F, Marzetti E. Protein Intake Is Associated with Blood Pressure and Cholesterol Levels in Italian Older Adults: A Cross-Sectional Study. Metabolites. 2023 Mar 16;13(3):431. doi: 10.3390/metabo13030431. PMID: 36984874; PMCID: PMC10059047.

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